Ad un anno di distanza ci ritroviamo qui, alla malga Fane, dalla quale partiremo per il giro ad anello già fatto un anno fa (la descrizione completa la trovate a quersto LINK), che ci condurrà in successione alla malga Labeseben, al lago Selvaggio, alla forcella Rauhtaljoch e al rifugio Bressanone, prima di ritornare alla malga Fane, il nostro punto di partenza.
L’aggiornamento è dovuto in quando le condizioni climatiche
undici mesi dopo sono decisamente diverse: il 2024 infatti è stato un anno in
cui le precipitazioni, anche quelle nevose, si sono protratte fino all’inizio
dell’estate, addirittura in alcuni casi all’inizio del mese di luglio!
Seebach |
Nella prima parte del nostro cammino, tuttavia, non troviamo alcuna differenza se non per il maggior impeto del Valler Bach e del Seebach, un suo affluente che ci accompagna all’inizio attirando la nostra attenzione anche con una bella cascata.
Lago Selvaggio (Wilder See) 2532 s.l.m. |
Al nostro arrivo, il lago Selvaggio si presenta come al solito
nel suo colore blu davvero spettacolare, con ancora il riflesso della neve
presente in alcuni punti sulla conca erbosa.
La difficoltà che abbiamo trovato è stata oltrepassare il
piccolo corso d’acqua che scende proprio dal lago, che in situazioni di elevate
precipitazioni come in questo periodo diventa grande abbastanza per renderne
difficoltoso il superamento.
Si consiglia di riprendere il sentiero da questo punto |
Salita oltre il lago |
Una volta ripreso il cammino sulla sponda destra, il lago
scompare per un po’ dalla nostra visuale, lo ritroveremo solo più avanti voltandoci
alle nostre spalle.
Lago Selvaggio dietro di noi |
Salendo possiamo già notare la grande quantità di neve presente in prossimità della forcella Rauhtaljoch.
La neve aumenta, sullo sfondo la forcella Rauhtaljoch |
La neve aumenta salendo di quota, i passaggi al suo interno
sono sempre più frequenti. Fa un po’ specie perché siamo ormai a metà luglio e
non è una consuetudine, tuttavia il cammino è possibile anche in assenza
di ramponcini, anche se risulta un pochino più difficoltoso.
Il nevaio che precede la forcella Rauhtaljoch |
Rauhtaljoch 2818 s.l.m. |
All’altezza della forcella la neve è quasi scomparsa, la
parte di sentiero visibile in direzione del Picco della Croce sembra
perfettamente agibile.
Forcella Rauhtaljoch vista dal versante opposto |
Scendendo sul versante opposto in direzione del rifugio
Bressanone invece, l’impressione è quella di trovarci sulla pista da sci estivo
di un ghiacciaio.
Quella che normalmente è una ripida discesa attraverso
continui stretti tornanti sulla ghiaia, oggi è una distesa di neve dove provare
a scivolare con le suole dei nostri scarponi da trekking. Per chi scia o
comunque dispone di buon equilibrio risulta anche divertente!
Discesa... libera |
Raggiungiamo rapidamente il pianoro che conduce al rifugio
Bressanone: qui il paesaggio cambia completamente, il sole e i prati prendono
il posto dello scenario invernale di cui abbiamo goduto fino a pochi minuti
prima.
Cambio repentino di colori e panorami |
Il pianoro che conduce al rifugio Bressanone |
Il resto è storia, la stessa di undici mesi prima, con la
fermata di rito e lo spuntino al rifugio Bressanone prima di rientrare al
nostro punto di partenza, la malga Fane.
Particolare del rifugio Bressanone |
Rifugio Bressanone (Brixner Hütte) 2344 s.l.m. |
In breve:
Partenza: Parcheggio Malga Fane 1700 s.l.m.
Anello Lago Selvaggio, 2532 s.l.m., Rauhtaljoch, 2808
s.l.m., Rifugio Bressanone, 2344 s.l.m.
Dislivello positivo e negativo: 1100 metri circa
Tempo impiegato in cammino: 5-6 ore
Posti di ristoro: Malga Fane 1739 s.l.m., Labeseben Alm 2138
s.l.m., Rifugio Bressanone 2344 s.l.m.
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