L’escursione proposta oggi è piuttosto impegnativa ma incredibilmente appagante dal punto di vista panoramico. Il lago Selvaggio in particolare è una piccola perla alpina che merita assolutamente una visita.
Per arrivare al punto d’inizio della nostra gita odierna dobbiamo raggiungere il piccolo centro abitato di Valles, in val Pusteria, e procedere sino al termine della strada dove troviamo un grande parcheggio. Per maggiori informazioni su come arrivare alla malga Fane, punto d’inizio della camminata, vi rimando a questa pagina del blog, aggiornata ad agosto 2023.
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Malga Fane |
Quando arriviamo alla malga Fane sono le 9 del mattino, e il
piccolo villaggio è ancora “addormentato”, i primi visitatori devono ancora
arrivare. Si respira un’atmosfera quasi magica, con i primi raggi del sole che fanno capolino su parte delle caratteristiche baite di legno.
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Prima parte del sentiero con il Valser Bach |
La temperatura è molto bassa di prima mattina, non più di 5-6 gradi, anche se siamo ad inizio agosto, e quindi iniziamo a camminare coperti nel modo giusto considerato anche il vento. Troviamo immediatamente una deviazione: a destra il largo sentiero n°17 che porta in direzione del lago Selvaggio ma anche del rifugio Bressanone e che noi prenderemo, mentre a sinistra inizia il n°9, che attraverso una impegnativa salita porta al lago Marbl See, Lago del Marmo in italiano.
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Cascata del rio di Valles |
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Sempre accompagnati dal torrente |
Dopo circa mezz’ora di cammino arriviamo alla deviazione tra
il sentiero sul quale ci troviamo e il n°18, che parte alla nostra sinistra in
direzione della malga Labeseben e successivamente della nostra meta principale
di giornata, il lago Selvaggio.
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Deviazione verso il sentiero n°18 |
Fino ad arrivare alla malga Labeseben percorriamo sempre una
larga e comoda mulattiera, questa volta accompagnati dal rio Seebach, sempre
alla nostra destra.
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Seebach, ci avviciniamo alla malga Labeseben |
Attraverso un ultimo tratto molto verdeggiante e quasi
pianeggiante raggiungiamo la malga Labeseben in circa un’ora di cammino
complessivo.
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Arrivo alla malga Labeseben |
Ci troviamo a quota 2138 metri di altitudine, senza grandi
sforzi siamo già saliti di oltre 400 metri di dislivello.
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Labesebenalm, 2138 s.l.m. |
La malga Labeseben funziona anche come punto di ristoro, per
i più piccoli qui potrete trovare anche diversi animali da fattoria, come ad
esempio alcuni simpatici maiali.
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Lasciamo la malga alle nostre spalle |
Incomincia adesso un tratto di salita più impegnativo, il
piccolo sentiero sale ora in maniera più decisa sempre attraverso i prati.
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Il sentiero prosegue attraverso prati |
Un piccolo ponte di legno e una cascata ci permettono di
trovare la scusa per prendere fiato, prima di riprendere a salire a tratti in
maniera decisa.
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Cascata del rio Seebach |
Dopo aver raggiunto e superato la forcella di Langeben, a
quota 2430, avremo bisogno di meno di mezz’ora per arrivare finalmente al
nostro Lago Selvaggio (Wilder See).
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Il panorama alle nostre spalle |
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In cammino in direzione dell lago |
C'è poco da dire, quando arriviamo sulla collina con la
croce sovrastante il lago rimaniamo a bocca aperta, il panorama è di quelli che
non si dimenticano facilmente.
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Arrivo al lago Selvaggio |
Siamo a quota 2600 di altitudine, circa 900 metri di
dislivello dal parcheggio della malga Fane; la fatica che abbiamo fatto per
arrivare sin qui svanisce nello stesso istante in cui il lago fa capolino in
tutta la sua bellezza.
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Lago Selvaggio (Wilder See) 2532 s.l.m. |
E’ tempo di prendersi il tempo per una sosta e qualche foto,
ma soprattutto per ammirare in silenzio cotanta bellezza.
Il freddo quassù è pungente, il vento gelido rende la nostra
fermata più difficoltosa, le onde provocate dallo stesso fanno sembrare il lago
un piccolo mare.
Decidiamo allora di proseguire scendendo sul sentiero che
costeggia la riva sinistra del lago, fino ad attraversarlo completamente in
direzione della forcella Rauhtaljoch.
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Il lago Selvaggio dal sentiero verso la forcella Rauhtaljoch |
Dopo essere scesi al livello del lago a quota 2532 di
altitudine, dobbiamo adesso risalire in direzione della forcella, quasi 300 metri
più in alto.
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In direzione del Rauhtaljoch |
Si sale e si sente, il freddo si fa sempre più pungente e di
tanto in tanto troviamo alcuni punti ancora innevati.
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Ci avviciniamo alla forcella |
Raggiungiamo la forcella Rauhtaljoch a quota 2808 di altitudine
dopo circa 45 minuti da quando abbiamo lasciato il lago, in totale siamo in
cammino, con alcune soste, da 3 ore e mezza.
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Rauhtaljoch, 2808 s.l.m. |
A questo punto possiamo scegliere in base al meteo e alle condizioni fisiche: a sinistra parte infatti il sentiero che porta al Picco della Croce (Wilde Kreuzspitze), la vetta più alta a quota 3132, da dove si gode di una vista unica in direzione del lago Selvaggio. Questa parte è consigliata ai più esperti e comunque sono necessari passo sicuro e un buon allenamento!
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Discesa dalla forcella Rauhtaljoch |
Noi scendiamo attraverso il ghiaione che conduce in
direzione del rifugio Bressanone. Anche questa parte non è agevole, poiché la
discesa è a tratti piuttosto ripida e bisogna fare attenzione.
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Parte pianeggiante in direzione del rifugio Bressanone |
Attraverso un’infinità di serpentoni giungiamo ad una parte
quasi pianeggiante e molto più comoda. La vegetazione ricompare e gradualmente
i colori riprendono ad essere quelli dei prati verdeggianti.
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Rifugio Bressanone in lontananza |
Dall’alto possiamo già notare il rifugio Bressanone, che sarà
anche il posto dove potremo finalmente concederci una pausa ristoratrice!
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Arrivo al rifugio Bressanone |
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Brixner Hütte, rifugio Bressanone, 2344 s.l.m. |
Abbiamo impiegato circa un’ora dalla forcella Rautaljoch al
rifugio Bressanone, in parte dovuta alla difficoltà nella prima parte di
discesa nel ghiaione. Siamo scesi di quasi 500 metri di dislivello, ed anche la
temperatura ora è più gradevole, pur mantenendosi fresca.
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Panorama dalla terrazza del rifugio |
Dalla terrazza del rifugio si gode neanche a dirlo di una
bellissima vista in direzione del fondovalle, con i prati tagliati a metà dal
sentiero e dal rio di Valles.
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Fondovalle dal rifugio |
Il personale del rifugio, come spesso capita, è molto
gentile ed educato, e questo anche per sfatare tutto ciò che di male si sente
dire a proposito dei ristoratori locali nei confronti dei visitatori italiani.
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Sentiero del rientro con il Valser Bach |
Una volta riempito lo stomaco e recuperate le energie è
tempo di scendere attraverso il comodo sentiero, una larga mulattiera che dal rifugio
Bressanone ci condurrà fino ad incontrare il sentiero n°18
percorso all’andata (vi ricordate?) e successivamente alla malga Fane, dove
concluderemo l’anello.
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Rifugio Bressanone alle nostre spalle |
Durante la comoda discesa, fatta veramente di passeggiata e goduta
fino in fondo dopo gli sforzi della mattinata, possiamo ammirare sullo sfondo i
monti del versante gardenese, con in lontananza i famosi Sassolungo e Sassopiatto.
Al nostro arrivo la malga Fane ha preso vita, la magia del
silenzio mattutino ha lasciato il posto agli schiamazzi dei tanti visitatori
giornalieri, ma anche questa è la montagna, almeno in alta stagione…
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Arrivo alla malga Fane e fine della nostra gita |
In breve:
Partenza: Parcheggio Malga Fane 1700 s.l.m.
Escursione ad anello Malga Fane, 1737 s.l.m., Lago Selvaggio, 2532 s.l.m., Rauhtaljoch, 2808
s.l.m., Rifugio Bressanone, 2344 s.l.m.,
Dislivello positivo e negativo: 1100 metri circa
Tempo impiegato in cammino: 5-6 ore
Posti di ristoro: Malga Fane 1739 s.l.m., Labeseben Alm 2138
s.l.m., Rifugio Bressanone 2344 s.l.m.
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