lunedì 7 agosto 2023

ANELLO LAGO SELVAGGIO - RIFUGIO BRESSANONE

L’escursione proposta oggi è piuttosto impegnativa ma incredibilmente appagante dal punto di vista panoramico. Il lago Selvaggio in particolare è una piccola perla alpina che merita assolutamente una visita.

Per arrivare al punto d’inizio della nostra gita odierna dobbiamo raggiungere il piccolo centro abitato di Valles, in val Pusteria, e procedere sino al termine della strada dove troviamo un grande parcheggio. Per maggiori informazioni su come arrivare alla malga Fane, punto d’inizio della camminata, vi rimando a questa pagina del blog, aggiornata ad agosto 2023.

Malga Fane

Quando arriviamo alla malga Fane sono le 9 del mattino, e il piccolo villaggio è ancora “addormentato”, i primi visitatori devono ancora arrivare. Si respira un’atmosfera quasi magica, con i primi raggi del sole che fanno capolino su parte delle caratteristiche baite di legno.

Prima parte del sentiero con il Valser Bach

La temperatura è molto bassa di prima mattina, non più di 5-6 gradi, anche se siamo ad inizio agosto, e quindi iniziamo a camminare coperti nel modo giusto considerato anche il vento. Troviamo immediatamente una deviazione: a destra il largo sentiero n°17 che porta in direzione del lago Selvaggio ma anche del rifugio Bressanone e che noi prenderemo, mentre a sinistra inizia il n°9, che attraverso una impegnativa salita porta al lago Marbl See, Lago del Marmo in italiano.

Cascata del rio di Valles

Non vi sono difficoltà di sorta in questa prima parte, il sentiero sale in maniera dolce ed è molto comodo e largo.

Sempre accompagnati dal torrente

Dopo circa mezz’ora di cammino arriviamo alla deviazione tra il sentiero sul quale ci troviamo e il n°18, che parte alla nostra sinistra in direzione della malga Labeseben e successivamente della nostra meta principale di giornata, il lago Selvaggio.

Deviazione verso il sentiero n°18

Fino ad arrivare alla malga Labeseben percorriamo sempre una larga e comoda mulattiera, questa volta accompagnati dal rio Seebach, sempre alla nostra destra.

Seebach, ci avviciniamo alla malga Labeseben

Attraverso un ultimo tratto molto verdeggiante e quasi pianeggiante raggiungiamo la malga Labeseben in circa un’ora di cammino complessivo.

Arrivo alla malga Labeseben

Ci troviamo a quota 2138 metri di altitudine, senza grandi sforzi siamo già saliti di oltre 400 metri di dislivello.

Labesebenalm, 2138 s.l.m.

La malga Labeseben funziona anche come punto di ristoro, per i più piccoli qui potrete trovare anche diversi animali da fattoria, come ad esempio alcuni simpatici maiali.

Lasciamo la malga alle nostre spalle

Incomincia adesso un tratto di salita più impegnativo, il piccolo sentiero sale ora in maniera più decisa sempre attraverso i prati.

Il sentiero prosegue attraverso prati

Un piccolo ponte di legno e una cascata ci permettono di trovare la scusa per prendere fiato, prima di riprendere a salire a tratti in maniera decisa.

Cascata del rio Seebach

Dopo aver raggiunto e superato la forcella di Langeben, a quota 2430, avremo bisogno di meno di mezz’ora per arrivare finalmente al nostro Lago Selvaggio (Wilder See).

Il panorama alle nostre spalle

In cammino in direzione dell lago

C'è poco da dire, quando arriviamo sulla collina con la croce sovrastante il lago rimaniamo a bocca aperta, il panorama è di quelli che non si dimenticano facilmente.


Arrivo al lago Selvaggio

Siamo a quota 2600 di altitudine, circa 900 metri di dislivello dal parcheggio della malga Fane; la fatica che abbiamo fatto per arrivare sin qui svanisce nello stesso istante in cui il lago fa capolino in tutta la sua bellezza.


Lago Selvaggio (Wilder See) 2532 s.l.m.

E’ tempo di prendersi il tempo per una sosta e qualche foto, ma soprattutto per ammirare in silenzio cotanta bellezza.

Il freddo quassù è pungente, il vento gelido rende la nostra fermata più difficoltosa, le onde provocate dallo stesso fanno sembrare il lago un piccolo mare.

Decidiamo allora di proseguire scendendo sul sentiero che costeggia la riva sinistra del lago, fino ad attraversarlo completamente in direzione della forcella Rauhtaljoch.

Il lago Selvaggio dal sentiero verso la forcella Rauhtaljoch

Dopo essere scesi al livello del lago a quota 2532 di altitudine, dobbiamo adesso risalire in direzione della forcella, quasi 300 metri più in alto.

In direzione del Rauhtaljoch

Dietro di noi il panorama del lago non ci abbandona, ogni tanto mentre rifiatiamo possiamo goderci il suo panorama.


Si sale e si sente, il freddo si fa sempre più pungente e di tanto in tanto troviamo alcuni punti ancora innevati.

Ci avviciniamo alla forcella

Raggiungiamo la forcella Rauhtaljoch a quota 2808 di altitudine dopo circa 45 minuti da quando abbiamo lasciato il lago, in totale siamo in cammino, con alcune soste, da 3 ore e mezza.


Rauhtaljoch, 2808 s.l.m.

A questo punto possiamo scegliere in base al meteo e alle condizioni fisiche: a sinistra parte infatti il sentiero che porta al Picco della Croce (Wilde Kreuzspitze), la vetta più alta a quota 3132, da dove si gode di una vista unica in direzione del lago Selvaggio. Questa parte è consigliata ai più esperti e comunque sono necessari passo sicuro e un buon allenamento!

Discesa dalla forcella Rauhtaljoch

Noi scendiamo attraverso il ghiaione che conduce in direzione del rifugio Bressanone. Anche questa parte non è agevole, poiché la discesa è a tratti piuttosto ripida e bisogna fare attenzione.


Parte pianeggiante in direzione del rifugio Bressanone

Attraverso un’infinità di serpentoni giungiamo ad una parte quasi pianeggiante e molto più comoda. La vegetazione ricompare e gradualmente i colori riprendono ad essere quelli dei prati verdeggianti.

Rifugio Bressanone in lontananza

Dall’alto possiamo già notare il rifugio Bressanone, che sarà anche il posto dove potremo finalmente concederci una pausa ristoratrice!


Arrivo al rifugio Bressanone

Se sarete fortunati potrete scorgere qualche marmotta, nella zona del rifugio non è difficile avvistarle.

Brixner Hütte, rifugio Bressanone, 2344 s.l.m.

Abbiamo impiegato circa un’ora dalla forcella Rautaljoch al rifugio Bressanone, in parte dovuta alla difficoltà nella prima parte di discesa nel ghiaione. Siamo scesi di quasi 500 metri di dislivello, ed anche la temperatura ora è più gradevole, pur mantenendosi fresca.

Panorama dalla terrazza del rifugio

Dalla terrazza del rifugio si gode neanche a dirlo di una bellissima vista in direzione del fondovalle, con i prati tagliati a metà dal sentiero e dal rio di Valles.

Fondovalle dal rifugio

Il personale del rifugio, come spesso capita, è molto gentile ed educato, e questo anche per sfatare tutto ciò che di male si sente dire a proposito dei ristoratori locali nei confronti dei visitatori italiani.

Sentiero del rientro con il Valser Bach

Una volta riempito lo stomaco e recuperate le energie è tempo di scendere attraverso il comodo sentiero, una larga mulattiera che dal rifugio Bressanone ci condurrà fino ad incontrare il sentiero n°18 percorso all’andata (vi ricordate?) e successivamente alla malga Fane, dove concluderemo l’anello.

Rifugio Bressanone alle nostre spalle

Durante la comoda discesa, fatta veramente di passeggiata e goduta fino in fondo dopo gli sforzi della mattinata, possiamo ammirare sullo sfondo i monti del versante gardenese, con in lontananza i famosi Sassolungo e Sassopiatto.

Al nostro arrivo la malga Fane ha preso vita, la magia del silenzio mattutino ha lasciato il posto agli schiamazzi dei tanti visitatori giornalieri, ma anche questa è la montagna, almeno in alta stagione…

Arrivo alla malga Fane e fine della nostra gita


In breve:

Partenza: Parcheggio Malga Fane 1700 s.l.m.

Escursione ad anello Malga Fane, 1737 s.l.m., Lago Selvaggio, 2532 s.l.m., Rauhtaljoch, 2808 s.l.m., Rifugio Bressanone, 2344 s.l.m., Malga Fane, 1737 s.l.m.

Dislivello positivo e negativo: 1100 metri circa

Tempo impiegato in cammino: 5-6 ore

Posti di ristoro: Malga Fane 1739 s.l.m., Labeseben Alm 2138 s.l.m., Rifugio Bressanone 2344 s.l.m.




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