Sedici anni dopo la nostra prima visita, ci ritroviamo qui, al Passo delle Erbe, per respirare nuovamente l’atmosfera di questo luogo quasi magico. Non a caso a fine luglio, quindi una decina di giorni dopo la nostra visita, ci sarà il “bal dles stries” la danza delle streghe, un avvenimento annuale dove si raccontano i miti e le leggende del luogo proprio sotto lo spettacolare scenario del Sass de Putia.
In partenza |
Il grande parcheggio custodito, lo diciamo subito, è a
pagamento, almeno fino alle prime ore pomeridiane. Una volta lasciata l’auto e
recuperati gli zaini siamo pronti a partire.
Sass de Putia parzialmente nascosto dalle nubi |
Nei mesi estivi è facile trovare molti visitatori già di buon mattino, quindi prepariamoci almeno nel primo tratto a tirare fuori la nostra pazienza: dopo 15-20 minuti di piacevole cammino su una larga strada sterrata infatti, il sentiero diventa più stretto e il rischio di ritrovarsi in fila indiana ad andatura molto modesta è abbastanza forte. Anche questo tratto finisce abbastanza in fretta tuttavia, lasciando spazio alla faticosa salita attraverso il Günter Messner Steig in direzione della Forcela de Pütia (Peitlerscharte in tedesco).
Impegnativa salita verso la forcella |
Questo tratto è anche l’unico davvero faticoso, a meno che
non abbiate intenzione una volta alla forcella di salire verso la vetta del
Sass de Putia, in quel caso dovrete versare ancora qualche goccia di sudore.
Forcela de Pütia, 2397 s.l.m. |
Dalla forcella infatti abbiamo tre diverse possibilità di
continuare la nostra escursione: come detto salire in vetta per poi scendere e
completare il giro ad anello, scendere direttamente per completare l’anello,
oppure allontanarci in direzione della val di Funes e raggiungere il rifugio
Genova. Questa sarà la nostra scelta.
Panorama dalla forcella |
Scendiamo attraverso il sentiero n°4, molto agevole e
panoramico che ci permette di riprendere le energie dopo la salita alla
forcella. Dopo alcuni minuti sulla nostra destra troviamo anche la deviazione in
direzione delle ferrate dell’alta via delle dolomiti, che passano attraverso le
vette del gruppo delle Odle di Eores.
Deviazione verso le ferrate dell'alta via delle dolomiti |
Noi proseguiamo invece sul comodo sentiero, che in circa
mezz’ora ci conduce al passo di Poma. Voltandoci alle nostre spalle possiamo
vedere nitidamente gli stretti zig zag che tagliano la parete erbosa del Sass
de Putia fino a raggiungerne quasi la vetta (l’ultimo tratto sulla roccia è
attrezzato con funi che permettono di raggiungere la vetta vera e propria a
2875 metri di altitudine).
Sass de Putia e il sentiero verso la vetta |
Arrivati al passo di Poma il gioco è fatto, ancora cinque
minuti di cammino in discesa e finalmente siamo al rifugio Genova
(Schlüterhütte), a 2306 metri di altitudine. Per arrivare fin qui abbiamo
impiegato circa due ore di cammino.
Passo di Poma, 2340 s.l.m. |
Dopo una pausa ed uno spuntino al rifugio è ora di
rimettersi in cammino. Per prima cosa dobbiamo raggiungere nuovamente in breve
salita il passo di Poma, Kreuzkofeljoch in lingua tedesca, mentre nella lingua
locale (ladino) diventa Furcela de Munt de Furcia.
Rifugio Genova, 2306 s.l.m. |
Qui troviamo la deviazione per il sentiero, anche questo n°4,
che sulla destra porta in direzione di Longiarù. Noi invece ritorniamo ancora
per un breve tratto sul sentiero fatto all’andata, fino ad incrociare il n°35,
che in discesa ci condurrà ad incrociare quello proveniente dalla forcella del
Sass de Putia e quindi a completare il nostro anello allargato.
Panorami lungo il sentiero |
Agevole sentiero, riconoscibile il Sas dla Crusc |
Splendida baita privata lungo il sentiero |
Dopo circa 45 minuti di cammino tranquillo arriviamo all’incrocio,
ci manteniamo sul sentiero 35 fino al prossimo punto di interesse, la malga
Vaciara.
Il menù ricamato della malga Vaciara |
Dai prati nei pressi della malga abbiamo la possibilità di
godere di uno strepitoso panorama in direzione delle vette dell’alta Badia e
delle dolomiti bellunesi. Troviamo anche una tavola fotografica con tutti i
dettagli e i nomi di ogni vetta visibile.
Procediamo oltre sempre sul nostro largo e comodo sentiero
fino al passo di Göma, dove lo lasciamo per immetterci sul n° 8B, che ci
condurrà nei pressi dell’ennesima malga che porta lo stesso nome.
Ütia de Göma 2030 s.l.m. |
Siamo ormai in dirittura d’arrivo, oltrepassiamo la
cosiddetta “città dei sassi”, una parte detritica abbastanza agevole da superare
e siamo pronti a sbucare dal bosco per trovarci ai piedi del Sass de Putia,
stavolta sgombro dalle nuvole a differenza del mattino.
Sass de Putia, 2875 mt. |
Scattate le foto di rito raggiungiamo un’ulteriore malga,
Alpe Fornella, in posizione davvero strategica ai piedi del Sass de Putia. Siamo
ormai ad un passo dal bivio che ci riporterà al parcheggio in leggera discesa.
Ütia Munt de Fornella, 2080 s.l.m. |
Il percorso dal rifugio Genova al parcheggio girando intorno al monte è molto comodo ma anche piuttosto lungo, bisogna mettere in conto circa tre ore di cammino. La lunghezza del percorso ha però anche un vantaggio: la moltitudine di turisti e camminatori che condividevano con noi il percorso iniziale sono praticamente spariti, facendoci godere così la vera montagna.
In breve:
Partenza e arrivo: Passo delle Erbe 2006 s.l.m.
Durata complessiva: 5 ore di cammino + pause
Max altitudine: Forcella di Putia 2357 s.l.m., Sass Putia 2875 s.l.m.
Punti di ristoro: Baita Cir 2007 s.l.m., Ütia
Sot Pütia 2022 s.l.m., Alpe Fornella 2080 s.l.m., Malga Vaciara 2125 s.l.m., Ütia
de Göma 2030 s.l.m., Ütia de Börz 2006 s.l.m., Rifugio Genova 2306 s.l.m.
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