Tribulaunhütte e Sandessee, 2369 s.l.m. |
Anche oggi la giornata non è delle migliori dal punto di vista meteorologico, tutt’altro, piove in maniera fine ma persistente e fino all’ultimo non sappiamo se è il caso di partire. Ma non sono previsti temporali in nessun momento della giornata, ed allora ci avviamo verso la val di Fleres, dove si trova la nostra meta di giornata, il rifugio Calciati al Tribulaun o Tribulaunhütte.
Parcheggio "Hölle" |
Arrivando verso il
termine della valle troviamo alla nostra sinistra un ponte con le indicazioni per
il parcheggio Hölle, che raggiungiamo attraverso una serie di tornanti con la
strada che verso il termine da asfaltata diventa sterrata. I parcheggi sono
almeno tre, con il più vicino alla partenza del sentiero e alla bellissima cascata
Hölle, “inferno” in italiano, che è anche il meno capiente e quindi quello
destinato a riempirsi prima… Ma non oggi, con il tempo da lupi che troviamo
oltra alla nostra auto ci sono soltanto un paio di mezzi, quindi nessun
problema di parcheggio.
Sentiero chiuso verso la cascata Hölle |
La prima cosa che
notiamo è il cartello posto all’inizio della scalinata che porta alla terrazza
naturale nel bosco per ammirare la cascata Hölle, che avvisa della chiusura del
sentiero stesso. Pazienza, ci accontentiamo di ammirare la cascata attraverso un’apertura
della vegetazione prima di raggiungere il punto interdetto.
Cascata Hölle |
E’ ora di intraprendere il cammino, e già attraversando il ponte di legno in direzione del sentiero ci fermiamo incantati ad ammirare l’impeto delle acque del rio Ferner.
Rio Ferner (Ferner Bach) |
Inizialmente il
sentiero è quello segnato n°6 che conduce verso il rifugio Cremona (se vi
interessa questa bella escursione trovate la descrizione a questa pagina), tuttavia
dopo pochi minuti di cammino troviamo la deviazione in direzione del rifugio
Tribulaun, segnato n°8.
Deviazione sentiero n°8 |
Il sentiero lascia
brevemente il bosco e ci fa passare attraverso prati dove notiamo un paio di
cose interessanti: da un lato in lontananza e più in alto rispetto al punto in
cui ci troviamo un paio di belle cascate, oggi ancora più impetuose dopo le
piogge dei giorni scorsi e dello stesso mattino, dall’altro la quantità di
alberi tagliati sul prato che ci troviamo ad attraversare: mi chiedo se anche
queste siano le conseguenze della tempesta Vaia di qualche anno fa…
Passaggio attraverso i prati |
Attraverso alcuni
passaggi nel bosco e altri più aperti, risaliamo il pendio fino ad arrivare all’unico
vero passaggio da tenere in considerazione, ovvero l’attraversamento della
cascata in un punto esposto assicurato da funi di acciaio.
Arriviamo nei pressi della cascata |
Alla vista ci si può
spaventare, specialmente in caso di abbondanti piogge e quindi di maggior
fragore della cascata, ma l’attraversamento non è nulla di impossibile.
Come la vedrete durante la salita... |
...e in fase di discesa |
In caso di dubbi esiste
tuttavia un’altra possibilità, ovvero prendere una deviazione più a valle dove
è possibile attraversare il corso d’acqua in quel punto molto più agevolmente
per poi risalire in maniera più ripida e ricongiungersi con il sentiero principale
più in alto. Sulla cartina guardate il segno tratteggiato nero circa a metà del
cammino.
Una volta attraversata
la cascata e scaricata la nostra dose di adrenalina, proseguiamo attraverso un
tratto più aperto, da dove è possibile ammirare in tutta la sua bellezza il
fondovalle.
Fondovalle della val di Fleres dal sentiero |
Nel tratto finale la
vegetazione lascia spazio ad una parte rocciosa sempre molto aperta, il vento
sferzante non ci agevola di certo il cammino considerata anche la temperatura molto
bassa.
"Benvenuti a voi, amici delle montagne" |
Un ultimo sforzo e dopo
2 ore e mezza di salita non difficile ma continua in compagnia di vento pioggia
e freddo finalmente intravediamo spuntare nella nebbia il rifugio Tribulaun e
solo in un secondo tempo il lago Sandes, con la caratteristica isoletta
rocciosa al suo interno.
Il rifugio fa capolino tra la fitta nebbia |
L’accoglienza al
rifugio è di quelle speciali, in una giornata così forse nemmeno loro si
aspettavano di avere visite… Ma dopo circa un’ora compaiono nella nebbia altra
due figure… Si tratta di Matteo e Chiara, due ragazzi della provincia di
Ravenna con i quali facciamo subito amicizia all’interno del rifugio.
Arrivo al rifugio Tribulaun e veloce visita al lago Sandes |
Siamo in otto, compresi
i gestori del rifugio Daniela e Fabrizio (a proposito, Daniela festeggia la
cinquantunesima stagione al rifugio, complimenti!) e i ragazzi che vi prestano
servizio, me ne scuso ma non ricordo i nomi, due ragazze di Rovigo e un ragazzo
di Bolzano, e tutti insieme ci gustiamo i 2 kg di tagliatelle con i finferli
cucinati direttamente da Daniela.
Tagliatelle con i Finferli di cheffin Daniela |
Foto di gruppo |
Dopo aver passato qualche ora in piacevolissima compagnia ed aver visitato le camerate (complessivamente 36 posti letto se non ricordo male) è ora di ritornare al parcheggio in compagnia di Matteo e Chiara, guide ambientali che non perdono occasione per provare a rendermi un po’ più erudito in materia in fase di discesa (grazie!).
In buona compagnia durante la discesa |
Tirando le somme, una giornata da grandissimi punti interrogativi a causa del meteo si è trasformata in una piacevolissima esperienza in compagnia di persone davvero speciali! Il panorama delle vette, compreso il maestoso Tribulaun di Fleres, Parete Bianca, Dente Alto, Pflerscher Pinngl, Capra d’oro e Gschnitzer Tribulaun lo lasciamo a voi, prossimi visitatori del rifugio in una (speriamo) bella giornata di sole!
In breve:
Partenza: Stein (Sasso), Val di Fleres parcheggio Hölle 1450 s.l.m.
Arrivo: Tribulaunhütte 2369 s.l.m.
Dislivello: 919 metri in salita e discesa
Tempo impiegato in salita: 2 ½ -
3 ore
Tempo impiegato in discesa: 2 ore comprese lezioni
ambientali di Chiara
Posti di ristoro: Tribulaunhütte 2369 s.l.m.
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