martedì 24 giugno 2025

KEHLSTEIN - IL NIDO DELL’AQUILA

 

Oggi ci apprestiamo a visitare uno dei luoghi storici della Germania dell’infausto periodo nazista, ovvero il celebre Nido dell’Aquila, o Kehlsteihaus in lingua tedesca, che prende il nome dal colle sul quale si trova adagiato, Kehlstein appunto.

Lo stemma storico presente all'ingresso

Il Nido dell’Aquila, costruito a cavallo tra il 1937 e il 1938 come casa da thè e luogo di incontri politici tra i gerarchi nazisti e capi di stato e rappresentanti stranieri, è stato volutamente risparmiato dai bombardamenti degli alleati al termine della seconda guerra mondiale a differenza della dimora montana di Hitler, il Berghof, invece completamente distrutta.


Kehlsteinhaus, sullo sfondo il monte Untersberg

Oggi il Nido dell’Aquila si presenta come un ristorante di montagna, con innumerevoli tavoli anche all’esterno pronti ad ospitare nella bella stagione i tantissimi turisti che giornalmente visitano questo luogo.


Dokumentationszentrum Obersalzberg, il museo storico

Eh sì perché, diciamolo subito, raggiungere i 1834 metri di altitudine del ristorante è tutt’altro che difficile, esistendo una linea di autobus dedicata, la 849, che dal centro di documentazione dell’Obersalzberg (bellissimo museo dedicato alla storia nazista del secolo scorso, davvero consigliata la visita) porta fino al capolinea un centinaio di metri di dislivello al di sotto del Kehlsteinhaus. Da qui attraverso lo storico ascensore costruito sempre nello stesso periodo è possibile salire all’interno della roccia per ritrovarsi direttamente all’ingresso del ristorante.


Obersalzberg, il parcheggio

Ma noi siamo qui per camminare, le cose semplici le lasciamo ai turisti della domenica. Raggiungiamo quindi l’Obersalzberg, poco sotto i 1000 metri di altitudine, da Berchtesgaden abbiamo almeno 4 opzioni diverse: a piedi, bisogna prevedere in questo caso ulteriori 400 metri di dislivello circa, con la vecchia e caratteristica cabinovia Obersalzbergbahn, in auto (parcheggio a pagamento), o attraverso i Bus di linea.

Noi scegliamo l’ultima opzione, e una volta arrivati alla fermata dell’Obersalzberg, anziché seguire la moltitudine di turisti e metterci in fila per il Bus 849 che porta direttamente al Kehlstein, proseguiamo a piedi per qualche decina di metri oltre la fermata, in direzione della strada a pedaggio Roßfeld.


L'inizio del sentiero che porta al Nido dell'Aquila

Ben presto alla nostra destra troviamo la deviazione, con tanto di cartello giallo indicatore, in direzione Kehlstein. Non lasciatevi spaventare dai tempi di percorrenza dei cartelli, le 4 ore segnalate saranno probabilmente 3, forse anche meno.

Prima parre del sentiero

La prima parte del sentiero risulta molto comoda e piacevole, e per larghi tratti anche ombreggiata. Ci troviamo successivamente ad attraversare la strada asfaltata riservata unicamente al bus di linea 849 che porta al Nido dell’Aquila, per poi riprendere su una larga sede sterrata che però risulta in larga parte sotto il sole

Intersezione con la strada riservata ai bus della linea 849

La larga sede sterrata sale sempre decisa

Siamo in cammino ormai da un’ora, davanti a noi molto più in alto possiamo già scorgere l’inconfondibile sagoma del nostro traguardo, il Nido dell’Aquila.

Il Nido dell'Aquila fa capolino

Nelle aperture della vegetazione lungo il cammino è possibile ammirare il panorama in direzione del fondovalle, con il monte Untersberg e alle sue spalle il salisburghese.

Panorama in direzione dell'Austria

Ora il sentiero sotto i nostri piedi cambia, diventa più stretto e ripido ma asfaltato, e incomincia con ciò la lunga serie di tornanti che ci condurrà al grande piazzale sede del parcheggio dei bus. 

La stradina asfaltata che ci condurrà alla nostra meta

Qui troveremo anche l’ingresso alla galleria che porta al famoso ascensore di epoca nazista, ancora oggi perfettamente funzionante e normalmente utilizzato da un gran numero di turisti per raggiungere rapidamente l’ingresso del ristorante.

Il grande piazzale dei bus dove si trova l'ingresso della galleria

Il tunnel, scavato all’interno della roccia e interamente illuminato, è lungo 124 metri e si presenta in perfetto stato di conservazione. Al termine del tunnel si trova l’ingresso dell’ascensore, che sale in circa 40 secondi gli ulteriori 124 metri di altitudine fino ad arrivare alla terrazza del ristorante.

L'ingresso del tunnel che porta all'ascensore

L’ascensore è rimasto internamente inalterato e conserva i rivestimenti in ottone e la grande parete con specchio veneziano risalente all’epoca di costruzione. 

Il tunnel illuminato al termine del quale si trova l'ascensore

Tuttavia preferiamo completare il cammino utilizzando le nostre gambe, quindi proseguiamo esternamente fino a raggiungere una stradina panoramica che in decisa salita e attraverso alcuni zig zag e una scalinata in pietra finale ci conduce finalmente al Nido dell’Aquila.

Panorama dal sentiero alternativo all'ascensore

Ultima fatica per raggiungere la meta

Una volta arrivati ci godiamo il panorama con i meravigliosi scorci in direzione del lago Königssee e dei monti circostanti.

Panorama con il lago Königssee dal Nido dell'Aquila

Con un piccolo ulteriore sforzo raggiungiamo la vetta con tanto di croce a quota 1881. Naturalmente anche qui troverete nella stagione turistica parecchia folla, essendo a pochi minuti di cammino dal ristorante.

La croce della vetta del Kehlstein

Proseguendo ancora in salita arriviamo ad un punto panoramico con una finestra sulla roccia e una vista privilegiata su Hoher Göll e Hohes Brett, le due cime più alte di questo versante delle alpi di Berchtesgaden, rispettivamente 2522 mt. e 2340, delle quali parleremo in un prossimo post.

Particolare balcone sulla roccia

Hoher Göll e Hohes Brett

Una volta finita la visita esterna è tempo di dare un’occhiata all’interno della struttura del Nido dell’Aquila… Prima di tutto visitiamo la Sonnenterrasse, la terrazza soleggiata nella quale lo stesso Hitler è stato immortalato nel luglio del 1939.

Sonnenterrasse oggi e a destra nel 1939 in una foto storica

La terrazza risulta identica nella struttura a quella delle foto d’epoca, le uniche differenze sono i pannelli informativi appesi alle pareti interne e le grandi vetrate di sicurezza (in origine la terrazza era completamente aperta).

Le finestre della terrazza soleggiata oggi

Entriamo quindi all’interno, dove oltre al bar e ai tavoli del ristorante è presente anche un grande camino in marmo rosso che si presume (almeno così vuole la storia) fosse un regalo di Mussolini al Führer.

Il camino di marmo, forse un regalo di Mussolini

Le sale, oggi aperte al pubblico, sono state sicuramente ristrutturate ma mantengono le caratteristiche originali come si evince dalle foto.



Dopo un succulento currywurst e una birra al ristorante è tempo di rimetterci in cammino. Dopo aver provato invano ad accedere all’ascensore (troppi turisti in coda in attesa di scendere) decidiamo di ripercorrere a piedi il sentiero panoramico che conduce al piazzale dei bus.


Kehlsteinhaus, 1834 s.l.m.

Proseguiamo quindi sul sentiero percorso al mattino in senso opposto. La discesa naturalmente risulta più veloce, e in circa un’ora e mezza ci ritroviamo nuovamente a Obersalzberg, dove possiamo accomodarci sul primo bus disponibile che ci riporterà a Berchtesgaden.

Tirando le somme: camminata non difficile ma comunque impegnativa considerato il dislivello, adatta a tutti coloro che dispongono di buona condizione fisica. Se siete appassionati di storia apprezzerete ancor di più la meta, e in questo caso vi consiglio al rientro una visita al Dokumentationszentrum Obersalzberg, il museo multilingue che ripercorre l’epoca nazista e consente di visitare i bunker ancora oggi in perfetto stato di conservazione.

 

In breve:

Partenza e arrivo: parcheggio Obersalzberg, 970 s.l.m.

Arrivo: Kehlsteinhaus, 1834 s.l.m.

Punto massima altitudine: Kehlstein Spitz (croce) 1881 s.l.m.

Dislivello: 910 metri in salita e discesa

Tempo impiegato: 2,5 ore circa salita, 1,5 ore discesa

Posti di ristoro: Kehlsteinhaus, 1834 s.l.m. Berggasthof Obersalzberg, 970 s.l.m.

 


Nessun commento:

Posta un commento