In una bella prima mattinata di agosto, prendiamo l'auto e
ci avviamo verso una valle laterale
venostana: la Val Martello. Arrivando da Prato allo Stelvio, giriamo verso
destra poco dopo il paese di Silandro, quindi prendiamo direttamente la strada che
in una ventina di minuti ci porterà al termine della vallata.
Il panorama passando attraverso le piccole frazioni è già
bellissimo, e risaltano subito all'occhio anche distratto i grandi campi
coltivati di fragole, il vero fiore all'occhiello da queste parti, un po' come
le mele per la Val Venosta.
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Rifugio Nino Corsi (Zufallhütte), già visibile in partenza |
Passiamo sulla riva del lago artificiale di Gioveretto, un
bacino utilizzato come in altre località atesine come riserva idrica, quindi,
dopo alcuni tornanti in decisa salita, arriviamo ai grandi parcheggi (a
pagamento, ma pochi euro per tutta la giornata) adiacenti all'albergo Genziana, proprio alla fine della valle.
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La diga del lago di Gioveretto (Zufrittsee) vista dal sentiero |
Lasciamo l'auto in un parcheggio già praticamente completo,
evidentemente la zona è piuttosto frequentata dagli escursionisti, e ci
incamminiamo per un breve tratto sulla strada asfaltata, mentre davanti a noi
troneggia il
rifugio Nino Corsi, circa 200 metri più in alto e già ben
visibile.
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Scorcio del lago di Gioveretto con l'albergo Paradiso, in stato di abbandono |
Prendiamo quindi il sentiero N.151, che in circa 40 minuti
di cammino molto agevole ci porta al rifugio, posto in un piano dal quale si
gode di un bel panorama verso valle: da qui possiamo vedere il lago di
Gioveretto e la sua diga, e il grande albergo situato al termine del lago, a
pochi passi di distanza: l'hotel Zum See.
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La cappella del rifugio Nino Corsi |
Dopo qualche foto e una veloce visita alla bella cappella
del rifugio, riprendiamo il cammino seguendo il sentiero N.150 che in breve
tempo ci porta alla caratteristica vecchia diga, costruita nel finire del 1800
con l'aiuto dell'esercito austriaco dopo che per due volte in pochissimi anni
due diverse alluvioni arrecarono gravissimi danni alla popolazione dell'alta
valle.
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La cascata del Rio Plima (Plima Bach) vista dalla vecchia diga |
La caratteristica diga è formata da enormi sassi e ci da la
possibilità di passare dall'altra sponda del Rio Plima, in questa parte più
veemente grazie anche alla bella cascata proveniente dal ghiacciaio della Cima
Marmotta.
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Cascata dalla Cima Marmotta |
Seguiamo per qualche minuto il corso del Rio Plima in un
tratto di valle molto aperto, che ci consente di ammirare già le vette ed il
ghiacciaio del Cevedale, proprio davanti a noi in lontananza.
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Barbara, Erica e il monte Cevedale |
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La valle dominata dal Cevedale |
Siamo arrivati al tratto più impegnativo: abbandoniamo il
sentiero che segue il corso del Rio Plima e ci dirigiamo verso sinistra, in
decisa salita, prendendo il sentiero che ci condurrà direttamente al
rifugioMartello.
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Rifugio Martello (Marteller Hütte) 2610 s.l.m. |
Questo tratto è abbastanza breve, ma considerata la pendenza
risulta abbastanza faticoso, se si
aggiunge anche il fatto che il sentiero è aperto e praticamente tutto
sotto il sole!
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Rifugio Martello e Pozza Cuna di Sotto (Untere Kozenlacke) |
Impieghiamo circa mezzora a completare questo tratto, ed
arriviamo al rifugio Martello dopo circa due ore complessive di cammino. Il
panorama quassù è davvero fantastico, dominato dal monte Cevedale con i suoi
oltre 3700 metri di altezza ed il lungo elenco di monti over 3000 tutto
intorno: Punta Martello, Cima Venezia, Cima Marmotta ed i ghiacciai della
Vedretta del Cevedale e della Forcola solo per fare alcuni nomi.
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Panorama verso il Cevedale dal rifugio |
Ai piedi del rifugio è presente anche un piccolo lago
chiamato Pozza Cuna di Sotto, dove ci prendiamo la meritata pausa dopo
l'immancabile spuntino. Da qui si possono facilmente riconoscere i sentieri che
portano fino alle vette citate in precedenza, Cevedale incluso, escursioni da
fare magari in due giorni, fermandosi al rifugio e partendo di buona mattina.
In ogni caso non parliamo più di gite per famiglie!
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Monte Cevedale 3769 s.l.m. |
E' ora di rimetterci in cammino, seguendo lo stesso percorso
fatto all'andata. Ovviamente è decisamente più agevole, soprattutto all'inizio,
dove all'andata abbiamo trovato più difficoltà vista la salita per arrivare al
rifugio Martello.
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Rifugio Nino Corsi al ritorno, sullo sfondo il lago di Gioveretto |
Arriviamo al parcheggio dopo circa un'ora e mezza di cammino
abbastanza tranquillo, in programma c'era anche la visita al lago di
Gioveretto, ma abbiamo fatto un po' tardi... Pazienza, sarà per un'altra volta. Escursione semplice e appagante, da fare assolutamente se
passate da queste parti!
In breve:
Partenza: Alta Val Martello, parcheggio 2055 s.l.m.
Punti di Ristoro: Rifugio Nino Corsi 2265 s.l.m., Rifugio
Martello 2610 s.l.m.
Arrivo: Alta Val
Martello, parcheggio
Dislivello complessivo in salita e discesa: 555 metri circa
Anche qua abbiamo seguito le tue indicazioni ma ci siamo fermato al rifugio Corsi. La stanchezza dei giorni di vacanza iniziava a farsi sentire e non siamo arrivati fino su.
RispondiEliminaIn ogni caso il Corsi merita una visita, un rifugio attrezzatissimo e molto bello.
Ci è piaciuto molto anche il lago di Gioveretto, non c'è che dire!!
Ogni tanto un pò di riposo ci vuole, e poi dal rifugio Corsi al rifugio Martello la strada è ancora lunga, se eravate stanchi avete fatto benissimo a fermarvi lì (tra l'altro, hai ragione tu, il Corsi è davvero un bellissimo rifugio).
RispondiEliminal'abbiamo fatto ieri, fino al Rifugio Martello, davvero un bel posto, e poi la giornata era fantastica, grazie per le indicazioni
RispondiEliminaPrego, Andrea, Ogni volta che ricevo un commento come il tuo è un po' come se ritornassi sul posto!
EliminaPartiamo ora! Grazie!
RispondiEliminaSolo una correzione l'albergo non è lo zum see ma il paradiso, in rovina.
RispondiEliminaCorretto, grazie per la precisazione!
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