Rifugio Roda di Vael 2283 s.l.m. |
La nostra meta di oggi sarà il rifugio Roda di Vael, compresa naturalmente tutta la catena montuosa del Catinaccio. Sarà possibile ammirare alcuni tra i più maestosi gruppi montuosi dell’intero Alto Adige, tra i quali il massiccio del Latemar, il gruppo Sella e la Marmolada.
Il nostro parcheggio |
Il nostro punto di partenza sarà il passo di
Costalunga (Karer Pass) che raggiungiamo attraversando per intero la val d’Ega,
compreso l’abitato di Carezza e l’omonimo splendido lago, che merita
assolutamente una visita. Arrivati al passodi Costalunga, andiamo oltre per un
centinaio di metri, finché sulla nostra sinistra troviamo un parcheggio
sterrato che può ospitare circa 20-30 auto, non di più. Inoltre il parcheggio
non è a pagamento, si consiglia quindi di arrivare di buon’ora.
Indicazioni ad inizio sentiero |
Il sentiero parte direttamente dal lato sinistro del parcheggio,
con un comodo sentiero sterrato che ben presto entra nel fresco nel bosco. Un
cartello ci indica in partenza i tempi di percorrenza: per raggiungere il
rifugio Roda di Vael è necessaria un’ora e quaranta minuti, ed è proprio quello
che all’incirca occorrerà a noi.
Comodo sentiero nel bosco |
Arriviamo ben presto ad un bivio: alla nostra sinistra
il sentiero diventa 552 e porta in direzione del rifugio Paolina, mentre alla
nostra destra continua come 548, in direzione della Roda di Vael e dell’omonimo
rifugio. Il sentiero sale a tratti in maniera decisa, mostrandoci ogni tanto,
attraverso aperture nel bosco, splendidi panorami.
Attraversiamo alcune baite private, sempre salendo in
maniera costante, con il sentiero che esce dal bosco e inizia ad aggirare la
parte più meridionale del massiccio, ovvero la punta Masarè. Voltandoci alla
nostra destra possiamo ammirare in tutta la sua imponenza il massiccio del
Latemar, e ai suoi piedi il passo di Costalunga.
Latemar |
Passo di Costalunga e Latemar visti dal sentiero |
Attraversiamo una radura erbosa, dove troviamo una
baita che vende prodotti tipici di produzione propria. Siamo partiti da circa
un’ora, siamo ormai oltre i 2000 metri di altitudine, il nostro traguardo si
avvicina. Ci prendiamo qualche minuto di riposo, anche perché in lontananza è
addirittura possibile ammirare la vetta della Marmolada.
Antica baita con vendita di prodotti tipici |
La parte di salita tuttavia non è ancora finita, e
qualche goccia di sudore dobbiamo ancora lasciarla, anche se guardando verso l’alto
possiamo già intravedere il nostro traguardo.
da sinistra fanno capolino il rifugio Roda di Vael e baita Pederiva |
La baita Pederiva fa capolino adagiata su un piano erboso, sovrastata alla sua destra dalla caratteristica forma della roccia del Ciampac, chiamata anche Ciampaz.
Baita Pederiva e Piz Ciampac |
Il rifugio Roda di Vael spunta a tratti soltanto in parte, nascosto per ora ancora dalle rocce sottostanti
Roda di Vael e Piz Ciampac a sovrastare i due punti di ristoro |
Ancora pochi passi e siamo finalmente arrivati! C’è
molta gente, siamo in agosto, è una bella giornata, e soprattutto arrivare fin qui
non è certo cosa impegnativa: dalla stazione a monte della seggiovia Paolina,
si arriva con poca fatica e poco dislivello al rifugio Roda di Vael in meno di
un’ora di cammino, quindi davvero adatto alle famiglie con bambini.
Rifugio Roda di Vael, 2283 s.l.m. |
Abbiamo adesso tutto il tempo per ristorarci e goderci
i meravigliosi panorami tutto intorno, oltre alla Roda di Vael, che dà il nome
al rifugio e sovrasta lo stesso, e alle vette del gruppo del Catinaccio, in
lontananza possiamo addirittura ammirare il gruppo del Sella, con Piz Boè, Sass
Pordoi, Piz Selva, Piz Gralba e l’altipiano delle Mesules tutti facilmente
riconoscibili.
Gruppo del Catinaccio e, sullo sfondo, gruppo del Sella |
Per il ritorno prenderemo il sentiero segnato 549, che
ci guiderà in pochi minuti di cammino a uno dei luoghi più particolari, ovvero
al monumento a Theodor Christomannos, avvocato austro-ungarico di origine greca
considerato il principale pioniere del turismo nelle nostre splendide dolomiti.
Indicazioni verso il sentiero del Masarè |
Il monumento consiste in un’aquila realizzata
completamente in bronzo, adagiata su un piccolo colle lungo il sentiero del Masarè,
dell’altezza di circa 2 metri, grande attrazione per i turisti di passaggio.
Monumento a Theodor Christomannos |
Latemar e passo di Costalunga visti dall'alto del sentiero |
Arriviamo in decisa discesa nei pressi della stazione
a monte della seggiovia Paolina, siamo a quota 2125 di altitudine.
Nei pressi della stazione a monte della seggiovia Paolina |
Da qui in avanti scenderemo in maniera decisa attraverso
il bosco, sempre accompagnati nei tratti aperti dal panorama in direzione del
Latemar e del passo di Costalunga, fino a raggiungere il parcheggio dove
avevamo lasciato la nostra auto.
Ormai vicini all'arrivo |
In conclusione una gita giornaliera non difficile,
dove tuttavia è necessaria un minimo di condizione fisica. I panorami sono di
assoluta bellezza, altamente consigliati, così come una visita al lago di
Carezza, magari da abbinare a fine gita per completare la giornata con una
ciliegina sulla torta.
In breve:
Partenza: Passo di Costalunga 1752 s.l.m.
Arrivo: Rifugio Roda di Vael 2283 s.l.m.
Posti ristoro: Rifugio Roda di Vael 2283 s.l.m., Baita Marino
Pederiva 2275 s.l.m.
Dislivello complessivo in salita e discesa: 550 metri
circa
Tempo impiegato: salita 1ora 45 minuti, discesa 1 ora 30
minuti
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