Panorama dal rifugio Sassopiatto con Sciliar e punta Santner |
In basso a sinistra Passo Sella e partenza della cabinovia |
Ma c’è un’altra particolarità che non avevamo calcolato: il
numero di persone che in alta stagione se ne servono! Al nostro arrivo la coda
per fare i biglietti (14 euro solo andata, 16 andata e ritorno) è disarmante in
quanto a lunghezza e lentezza nel procedere, per cui decidiamo di partire a
piedi direttamente dal passo Sella, e considerata l’ora non più di prima
mattina, di seguire il giro al contrario, raggiungendo cioè il rifugio situato
nella parte più estrema dell’intero giro, il rifugio Sassopiatto.
I gruppi del Sassolungo e del Sella visti dal sentiero |
Sassopiatto a sinistra e Sassolungo a destra |
Non mancano nemmeno i posti di ristoro, ogni mezz’ora al
massimo ne troverete uno, c’è soltanto l’imbarazzo della scelta! Il primo che
vediamo già in lontananza, adagiato sull’omonimo colle, è il rifugio Col
Rodella, raggiungibile attraverso una breve e ripida salita per chi arriva dal
passo, e attraverso l’omonima cabinovia che parte da Campitello per i turisti
della val di Fassa.
Indicazioni con i vari rifugi e tempi di percorrenza in partenza |
Col Rodella e l'omonimo rifugio |
Noi procediamo oltre seguendo il sentiero, per raggiungere
in breve tempo il rifugio Friedrich August, che ricorderò sempre come il
rifugio dei Krapfen alla crema, esposti in bellavista ed in gran numero per
invogliare i turisti ad una breve sosta ristoratrice già in mattinata.
Rifugio Friedrich August, 2287 s.l.m. |
Fienile molto particolare presso il rifugio Friedrich August |
Riusciamo a non farci tentare e procediamo oltre, dove dopo
altri 30-40 minuti ad attenderci c’è il rifugio Sandro Pertini (Pian di Sasc).
Siamo a quota 2316, praticamente dopo una prima parte tutta in salita stiamo
procedendo tra saliscendi mantenendo l’altitudine. Non si cammina bene, è bene
dirlo, perché essendo presenti moltissimi turisti il passo è poco più di quello
di una fiera di paese.
In prossimità del rifugio Pertini |
Rifugio Sandro Pertini Pian di Sasc, 2316 s.l.m. |
Passiamo oltre il rifugio Pertini, ora si cammina un po’
meglio, una parte dei camminatori meno allenati si sono fermati in precedenza.
In alcuni punti è già possibile scorgere la sagoma del rifugio Sassopiatto, ed
in lontananza i monti dell’alpe di Tires, tra i quali i famosi Denti di Terrarossa. Sempre in lontananza ma facilmente riconoscibile anche lo Sciliar con la celebre punta Santner.
In lontananza già visibile il rifugio Sassopiatto |
Procediamo sempre tra saliscendi non troppo impegnativi,
comunque abbastanza brevi, fino a raggiungere un sentiero che scende
ripidamente alla nostra sinistra, in direzione del prossimo punto di ristoro:
la malga Sassopiatto.
Deviazione in direzione della malga Sassopiatto, in basso |
Noi ci manteniamo in quota, ma anche dalla malga Sassopiatto
parte una larga strada sterrata che più avanti si ricongiunge con il nostro
sentiero proprio nei pressi del nostro punto di sosta, il rifugio Sassopiatto.
Rifugio Sassopiatto, Plattkofelhütte, 2300 s.l.m. |
Un piccolo commento sul servizio al rifugio Sassopiatto va
fatto. La quantità di persone sedute nei tavoli all’esterno ed anche nei molti
posti all’interno è incredibile. Quando ti siedi hai l’impressione di dover
mettere l’anima in pace ed aspettare una vita. E invece no! Il servizio è
velocissimo, i vostri desideri saranno soddisfatti prima di quanto vi
aspettiate.
Merenda con panorama sullo Sciliar dal tavolo del rifugio |
Inoltre mangiare all’aperto in una bella giornata di sole
con vista sullo Sciliar non è proprio da tutti i giorni!
Da qui si completa il giro o si ritorna al punto di partenza |
Siamo pronti a riprendere come via del ritorno il sentiero
fatto all’andata, come detto preferiamo così non avendo programmato il giro al
contrario, che prevederebbe a questo punto il passaggio sul versante opposto
fino a raggiungere in un’altra ora e mezza il rifugio Vicenza, per poi scalare
in ripida salita fino a raggiungere la forcella Sassolungo (ulteriore ora e
mezza) e scendere al passo Sella attraverso la cabinovia (che però chiude alle
17) o a piedi in ripida discesa e facendo molta attenzione.
La via del ritorno sempre attraverso il sentiero Friedrich August |
Rimaniamo comodi sul sentiero che ci consente di ammirare
panorami che all’andata abbiamo lasciato alle nostre spalle, come il gruppo
Sella, visibile in tutto il suo splendore in giornate belle come quella di
oggi.
Gruppo del Sella |
Siamo anche abbastanza fortunati da scorgere in un prato che
fiancheggia il sentiero una bellissima marmotta che fa capolino dal suo
rifugio, non troppo impaurita e quasi incuriosita dai tanti spettatori
presenti!
Siamo giunti quasi al termine della nostra camminata, ma i
punti di ristoro non sono ancora finiti! Passiamo davanti ad una bellissima
costruzione in legno adagiata in posizione strategica proprio sotto il
massiccio del Sassolungo, lo Chalet Margherita.
Chalet Margherita ai piedi del Sassopiatto |
Poco più sotto troviamo il rifugio Salei, con un bel
laghetto di trote purtroppo dal destino segnato.
Rifugio Salei, 2225 s.l.m. |
Siamo davvero arrivati alla fine, davanti a noi, sulla
strada del passo, il rifugio Carlo Valentini, e poco più in alto il parcheggio
sui prati dove abbiamo lasciato l’auto in mattinata (5 euro per l’intera
giornata).
Rifugio Carlo Valentini e il parcheggio al Passo Sella |
In breve:
Partenza:
parcheggio Valentini, Passo Sella 2240. s.l.m.
Arrivo: Rifugio
Sassopiatto (Plattkofelhütte) 2297 s.l.m.
Posti
ristoro: infiniti, tutti o quasi nominati nella descrizione
Dislivello
complessivo in salita e discesa: 200 metri circa considerando i saliscendi
Tempo
impiegato: 2 ore al Rifugio Sassopiatto
Tempo
complessivo: 4 ore escluse le soste
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