La proposta di oggi è una bella camminata sulle alpi biellesi. Siamo ancora ad aprile, e non è facile trovare punti di appoggio, leggi rifugi, aperti in questo periodo della stagione, almeno ad alta quota. Optiamo quindi per questo itinerario di mezza montagna che ci permetterà però di ammirare le vette più alte delle alpi orientali tra le quali il monte Rosa e il massiccio del Gran Paradiso, mentre sul versante opposto riusciremo a distinguere il lago d’Orta e il lago Maggiore, così come le pianure del biellese e del vercellese.
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Santuario della Madonna di Oropa delle Piane |
Tutto questo dalla vetta del monte Barone, dalla quale si gode in condizioni di bel tempo di un panorama eccezionale. Ma vediamo nel dettaglio… Dobbiamo innanzitutto arrivare nella zona dell’abitato di Coggiola, ai piedi delle alpi biellesi e al confine con la val di Susa, risaliamo la stretta strada che conduce alle Piane di Rivò fino a raggiungere i pressi del santuario della Madonna di Oropa delle Piane, una piccola cappella al termine della salita. Qui possiamo parcheggiare la macchina nel piccolo piazzale o a bordo strada.
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Inizio del sentiero |
Troviamo subito un paio di sentieri in salita con
indicazioni in direzione del rifugio Monte Barone, uno proprio dai pressi della
chiesetta, l’altro appena un centinaio di metri più sotto lungo la strada.
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Possibilità di rifornimento di acqua lungo il percorso |
Scegliamo il sentiero segnato G1 che sale in direzione del
rifugio La Ciota, a circa 1230 metri di altitudine, che raggiungiamo dopo una
quarantina di minuti di cammino.
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Rifugio La Ciota, 1233 s.l.m. |
Il sentiero prosegue sempre in moderata salita, con alcuni
tratti più ripidi ed alcuni più esposti assicurati da corde. Nulla di troppo
complicato comunque, almeno fino a questo punto.
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Tratto attrezzato |
Alcune aperture attraverso il sentiero ci permettono di
visualizzare quelli che saranno i nostri prossimi traguardi: il rifugio e la
vetta del monte Barone, già perfettamente individuabili.
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Monte Barone, visibile anche il rifugio |
Dopo circa un’ora di cammino dal rifugio La Ciota e circa un’ora
e quaranta minuti complessivi arriviamo nei pressi del rifugio Monte Barone, a
quota 1587 metri di altitudine.
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Arrivo al rifugio |
Il rifugio, ammodernato di recente, è gestito da una coppia gentilissima
e davvero pronta a farvi sentire a vostro agio ed a trascorrere un paio d’ore
di puro relax e buon cibo, provare per credere!
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Vista dal rifugio Monte Barone |
Arrivare anche solo fino al rifugio, soprattutto per chi non
è molto allenato al cammino, è già una piccola soddisfazione: 600 metri di
dislivello ed un paio d’ore di cammino non difficile ma pur sempre di continua
salita si fanno sentire.
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Particolare del rifugio |
Dopo aver preso fiato e riempito la borraccia alla fontana
del rifugio, è ora di rimetterci in cammino. Il sentiero prosegue infatti oltre
lo stesso attraverso prati in maniera ora più decisa, facendoci perdere diverse
gocce di sudore.
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Salita dal rifugio in direzione della vetta |
Arriviamo alla bocchetta di Ponasca, abbiamo superato in
breve tempo i 1700 metri di altitudine. I cartelli indicano circa 40 minuti
alla vetta, noi impieghiamo qualcosa in più, vuoi per la fatica, vuoi anche per
la presenza nella parte finale di residui di nevai che rallentano il passo.
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Nei pressi della Bocchetta di Ponasca |
L’ultimo tratto prima della vetta, anche se non impossibile,
richiede comunque un po’ di attenzione e passo sicuro (ancora di più in fase di
discesa), dal momento che bisogna passare attraverso rocce che possono risultare
bagnate.
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Punta Pissavacca e Punta delle Camosce |
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Panorama salendo verso la vetta |
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La vetta con la croce già visibile, ci siamo quasi |
Sono passate circa 3 ore dalla nostra partenza, è finalmente
arrivato il momento di goderci i fantastici panorami delle vette circostanti.
Una piattaforma panoramica ci aiuta a riconoscere ogni vetta, così come ad
orizzontarci in direzione delle pianure e dei maggiori laghi piemontesi, adagiati
ai nostri piedi in questa meravigliosa vista che spazia a 360°.
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Piattaforma panoramica in vetta |
Sui 2044 metri della vetta del monte Barone, oltre alla
piattaforma panoramica sono adagiati una croce ed un cippo commemorativo, la
croce riconoscibile già durante la salita.
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Monte Barone, 2044 s.l.m. |
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Cippo commemorativo in vetta |
Dopo esserci goduti il panorama ed aver scattato le foto di
rito, è tempo di rientrare al rifugio per goderci una delle proposte gastronomiche
di oggi; a voi piace la polenta e cinghiale? No? Tranquilli, troverete anche
molto altro.
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Rifugio Monte Barone, 1587 s.l.m. |
Una volta completato il nostro ristoro è ora di riprendere il cammino in direzione delle Piane di Rivò, il nostro punto di partenza. Questa volta lo facciamo seguendo il sentiero segnato G1A, che parte proprio sotto al rifugio sulla nostra destra. Questo ci permetterà di completare un piccolo anello fino a ricongiungersi nei pressi del rifugio La Ciota,.
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Sul sentiero G1A |
Scendiamo attraverso prati colorati dal rosa/rosso dei
rododendri selvatici ed accompagnati dallo scrosciare del canale Ranzola, che
in qualche tratto ci delizia con piccole cascate.
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Canale Ranzola |
Il sentiero scende deciso, tanto che ad un certo punto ci
costringe a risalire acquistando nuovamente quota. Se ne avete abbastanza di
salita potete in alternativa prendere la variante che taglia a sinistra
evitando il passaggio attraverso la baita Ranzola, rimanendo più in quota.
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Fontana delle Formiche |
Se invece procedete seguendo il sentiero G1A, dopo aver
risalito dalla baita Ranzola verrete comunque premiati dalle fresche acque
della caratteristica Fontana delle Formiche al fresco del bosco.
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Bocchetta di Foscale |
E’ passata circa un’ora da quando abbiamo iniziato la discesa dal rifugio, in altri 10 minuti scarsi arriviamo all’edicola votiva della Bocchetta di Foscale. Ormai siamo nei pressi del rifugio La Ciota, a differenza del passaggio mattutino preso d’assalto dagli avventori. Da qui in un’altra mezzora raggiungiamo facilmente il nostro punto di partenza.
Tirando le conclusioni, bellissima camminata anche se un po’
faticosa, 1100 metri di dislivello nella sola prima parte si fanno sentire e
richiedono un minimo di allenamento. In alternativa come detto precedentemente
è possibile raggiungere il rifugio monte Barone in un paio d’ore e realizzare
comunque un bel giro. Attenzione a dove mettete i piedi nei pressi della vetta,
soprattutto in condizioni di roccia bagnata, neve o ghiaccio.
Partenza: Piane di Rivò, parcheggio 973 s.l.m.
Arrivo: Vetta Monte Barone, 2044 s.l.m.
Dislivello: 1100 metri circa in salita e discesa
Tempo impiegato: 5 ore circa più soste
Posti di ristoro: Rifugio Monte Barone, 1587 s.l.m., Rifugio
La Ciota, 1233 s.l.m.
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