domenica 22 agosto 2010

UN SABATO IN VAL RIDANNA

Masseria, Museo Provinciale delle Miniere

Il punto di partenza di oggi sarà il parcheggio del Museo Provinciale delle Miniere (Bergwerk Museum, la miniera più alta d’Europa), situato a Masseria, alla fine della strada della Val Ridanna.
Oggi è sabato, e anche se sono ancora le 9 del mattino o poco più, il numero di persone e veicoli nella zona è piuttosto notevole. Il parcheggio è già pieno e quindi lasciamo l’auto lungo la  strada, in compagnia di un buon numero di mezzi già presenti.
La prima cosa che viene all’occhio, naturalmente, è proprio la parte esterna dell’ingresso della miniera, molto caratteristica. E’ visitabile anche all’interno, e addirittura sono previste visite guidate di tre tipi diversi, da quella più “soft” e veloce adatta ai bambini e alle famiglie, a quella di una giornata dove è possibile provare l’esperienza di una giornata in miniera come la vivevano un tempo gli abitanti del luogo.
Mentre prendiamo il sentiero prescelto per la nostra escursione sentiamo richiamare i turisti interessati alle visite attraverso un megafono. Effettivamente la confusione presente al momento non rende giustizia alla tranquillità del posto.
Oltre a essere il luogo in cui visitare il museo delle miniere, è anche punto di partenza per diverse gite più o meno impegnative: attraverso la valle di Lazzago è possibile raggiungere il rifugio Poschaus, punto dove si trova l’ingresso della miniera, con la possibilità di raggiungere il rifugio Monteneve o intraprendere un’escursione più impegnativa come il giro dei sette laghi.
Oppure proseguire in direzione nord-est, in direzione delle vette dello Stubai, ed è proprio questo sentiero che ci apprestiamo a seguire.



Entriamo subito nel bosco, alla nostra destra scorre il Rio Ferner, per ora è una piacevole passeggiata. Il sentiero è molto ben curato, con alcuni passaggi su scale di legno e con il torrente che scorre sempre vicino a noi.


Il Rio Ferner vicino alla gola  Burkartsklamm

Dopo circa mezzora di cammino arriviamo al primo punto interessante: la gola Burkartsklamm, un passaggio su ponti di legno dove poter ammirare la veemenza del Rio Ferner nella sua discesa. Per arrivarci bisogna oltrepassare un ponte di legno e quindi seguire un sentiero segnato per una decina di minuti. Fin qui la gita è adatta veramente a tutti, anche a bambini piuttosto piccoli.
Noi decidiamo di andare dritti, in quanto la nostra meta è decisamente più su, a oltre 2200 metri di altitudine (siamo circa a 1700), e la strada da fare è ancora lunga.


Aglsboden

Il paesaggio adesso cambia, non più dentro al bosco, bensì attraverso un punto molto aperto, che davvero rende l’idea di spazio. Non a caso l’hanno chiamato Aglsboden (un po’ come dire i piani di Agl, boden sta per pavimento, terreno). Noi ne attraversiamo il perimetro alla destra, sembra non finire più, ed inoltre tutto pianeggiante, veramente inconsueto.


Aglsboden, sullo sfondo la malga Aglsbodenalm

Sulla parte sinistra possiamo distinguere la malga di Aglsboden, raggiungibile dalla strada sterrata che abbiamo lasciato prima dei piani. E’ una bella malga di mezza montagna con tanto di laghetto dove è possibile praticare la pesca e, nel caso di pesca fortunata, anche di farsi cucinare direttamente il trofeo!


Il laghetto della malga Aglsboden
Ora la strada comincia a salire con decisione e il sole a martellare sempre di più, un buon cappellino con visiera è tutto ciò che serve. Davanti a noi dall’alto fa capolino una piccola cascata, che in pochi minuti possiamo vedere da vicino. Sopra di noi, a grande distanza, c’è il Lago del Forno; chissà forse l’acqua arriva proprio da lì.





Ormai siamo a circa 2000 metri di altitudine, il sentiero segue il corso del Rio Ferner e non sale più in maniera così decisa. Dopo oltre due ore di cammino in buona parte sotto un caldo sole la stanchezza incomincia a farsi sentire e Barbara ha bisogno di riposarsi di tanto in tanto.


Egatal, Rio Ferner

Ad un tratto alzando lo sguardo riusciamo a scorgere in lontananza il Rifugio Vedretta Piana (Grohmann Hütte), ancora distante e con un’ultima parte in forte pendenza in salita, ma la sola vista ci conforta e ci ricarica mentalmente.


In vista del rifugio!

In un’altra mezzora raggiungiamo finalmente il rifugio, ci sono volute 3 ore, ma alla fine ce l’abbiamo fatta! La vista da quassù è spettacolare, siamo proprio sotto le vette dello Stubai, e guardando sopra di noi è ben visibile il rifugio Vedretta Pendente, raggiungibile in un’altra ora di cammino.

 
Rifugio Vedretta Piana (Grohmannhütte)

Rifugio Vedretta Pendente (Teplizer Hütte)

Noi ci fermiamo qui, Barbara ha già fatto tanto ad arrivarci, per cui merita una sacrosanta sosta con tanto di pranzo. L’anziano signore che serve ai tavoli fa quel che può, per cui dobbiamo patire la sete ancora per un po’...Ecco che arriva! Finalmente possiamo ordinare un bella birra gigante (per papà) e una coca cola gelata da bere tutte di un fiato (attenzione alle congestioni!).
Un bel piatto del contadino (tagliere di legno con speck, affettati e formaggi misti con salamino affumicato) completa la tavola: è ora di godersi il meritato riposo!


Barbara al rifugio

Per il ritorno seguiamo il sentiero dell’andata fina alla malga Aglsboden, successivamente proseguiamo lungo la strada sterrata, un po’ più lunga ma sicuramente più comoda in discesa.
Arriviamo al Museo delle Miniere dopo un paio d’ore, stanchi ma decisamente appagati.

Hochgewand, Parete Alta, vista dal rifugio


La via del ritorno

In breve:
Partenza: Museo delle Miniere, Ridanna 1426 s.l.m.
Burkatsklamm  1700 s.l.m.
Punti di Ristoro: Aglsbodenalm 1717 s.l.m.,  Rifugio Vedretta Piana 2254 s.l.m.
Dislivello complessivo in salita e discesa: 830 metri circa

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