giovedì 19 agosto 2010

MONTE CAVALLO


La vetta del Monte Cavallo

Dal nostro quartier generale in Val Giovo partiamo con l’auto di prima mattina in direzione Vipiteno, per arrivare in pochi minuti a Maibad (Bagni di Maggio) appena oltre il centro abitato di Vipiteno. Qui prenderemo la funivia che in meno di dieci minuti ci condurrà alla stazione a monte a quota 1850 metri circa di altitudine.
Una volta scesi dalla funivia decidiamo di salire sulla seggiovia (prezzo compreso nel biglietto della funivia) che parte un centinaio di metri più in là, questo ci permetterà di arrivare alla vetta del Monte Cavallo a quota 2100 senza alcuno sforzo e di conservare tutte le energie per la nostra camminata.


In vetta il tempo è abbastanza nuvoloso, ma con sprazzi di cielo azzurro, mentre l’aria è ancora abbastanza fresca, siamo sui 10 gradi…Arriviamo sulla vetta del Monte Cavallo in pochi minuti, dove troviamo una croce e soprattutto un panorama meraviglioso: alla nostra sinistra possiamo ammirare la Val Ridanna in tutto il suo splendore, sotto di noi alla nostra destra possiamo già vedere la malga Vallminga, il nostro posto di ristoro durante il percorso ad anello che ci apprestiamo ad iniziare.


Malga Vallminga
 

Val Ridanna vista dal Monte Cavallo

Il vento sposta in continuazione le nubi, per ora non minacciose, e ci permette di scorgere addirittura il Tribulaun della Val di Fleres che spunta oltre le pareti della Lotterscharte, fresco di una spolverata di neve.
 


Tribulaun

Dopo qualche foto di rito partiamo in direzione delle Cime Bianche di Telves e il panorama che ci si presenta davanti è fantastico, possiamo vedere tutta la cresta che andremo a seguire.
Un cartello ci avvisa che la continuazione del sentiero è consigliata solo all’escursionista esperto, probabilmente inadatto a chi soffre di vertigini o non ha un passo sicuro.
Rimaniamo fermi qualche istante, pensando se sia il caso di continuare, in fondo Barbara ha solo otto anni...Poi decidiamo di provare, se sarà troppo pericoloso torneremo indietro.


Verso le Cime Bianche di Telves

Effettivamente a tratti il sentiero è piuttosto accidentato, scavato tra le rocce e sicuramente richiede una certa attenzione. In alcuni tratti sono necessari veri e propri salti per scendere dalle rocce, perciò faccio in modo che Barbara sia sempre attaccata a me, almeno per le mani. Lei è comunque una bambina coraggiosa e abituata alla montagna e si destreggia piuttosto bene anche su questo sentiero.




Dopo circa un’ora arriviamo a una deviazione: siamo arrivati alla Ochsenscharte, la forcella dei buoi. Abbiamo a questo punto tre possibilità: tirare dritti verso le Cime Bianche di Telves, deviare in discesa alla nostra sinistra in direzione della malga Vallminga oppure continuare fino alla Lotterscharte per poi completare l’anello in quota e quindi scendere alla malga.
Decidiamo di proseguire in quest’ultima direzione e in poco tempo raggiungiamo un bel laghetto di montagna, il verdissimo Grubenlacke, d’altronde non potrebbe essere altrimenti con tutto il verde dei prati che ci circondano...



Barbara al Grubenlacke


Il lago è pieno di girini, Barbara si diletta a guardarli ed Erica si riposa un po’. Io ne approfitto come al solito per utilizzare videocamera e macchina fotografica.
Dopo qualche minuto riprendiamo il cammino, ma vista l’ora e la fame che comincia a farsi sentire decidiamo di tornare indietro qualche centinaio di metri e raggiungere la Ochsenscharte, da dove prendiamo il sentiero tutto in discesa per prati che in ¾ d’ora ci porta finalmente alla malga Vallminga.


Malga Vallminga, ormai ci siamo...

Vallmingalm è una malga molto caratteristica, composta da diverse costruzioni particolari che ospitano tre diversi punti di ristoro, per cui c’è solo l’imbarazzo della scelta.
Ci sediamo nelle panche di legno della Walter Kaser, dove pregustiamo il nostro solito piatto tirolese di malga e possiamo rilassarci con quel che resta del timido sole che ogni tanto fa capolino.
Ci sono anche alcuni giochi per i bambini, per cui Barbara ne approfitta per scatenarsi un po’ (ma dove le trovano i bambini tutte quelle energie?).


Kastellacke

La gita volge al termine, rimane da visitare ancora un laghetto che si trova sulla via del rientro verso la stazione a monte della funivia. Raggiungiamo il lago Kastellacke in mezzora circa e ci prendiamo l’ultima pausa della giornata; è uno specchio d’acqua piccolo ma molto carino, al suo interno crescono piante che arrivano fino alla superficie e si adagiano sul pelo dell’acqua.


Vipiteno vista dalla funivia Rosskopf


Il tempo che è stato clemente per tutta la giornata ora non lo è più: incomincia a piovere, bisogna sbrigarsi, la funivia è a pochi minuti...Ciao Monte Cavallo!

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